Dettagli percorso

Monte Pelmo

Lunghezza
23,5 km
Dislivello
1700 mt.
Tempo
9h
Sentieri
471 – 480
Punti di appoggio
Rifugio Venezia 1947 mt.
Punto di partenza
Zoppè di Cadore
Punto di arrivo
Monte Pelmo (3168 mt.)
Attrezzatura
NDA

Da qualsiasi versante si guarda lo si riconosce subito. Imponente, solitario, bello. Anche chiamato "El caregon del Padreterno", dovuto alla sua forma di sedia. Secondo la leggenda, Dio, dopo aver creato le altre vette delle Dolomiti, stanco, creò il monte Pelmo, per potersi sedere ed ammirare in comodità le meraviglie che aveva creato.

Da dove si parte?

Lasciamo l’auto nel piccolo parcheggio nei pressi del Museo Etnografico di Zoppè di Cadore, in provincia di Belluno, facilmente raggiungibile dalla Val di Zoldo.  

Prima di iniziare a raccontarvi questa sensazionale salita al Monte Pelmo, ci teniamo a fare una breve ma sentita introduzione. 

Sono parecchi anni che frequentiamo l’ambiente della montagna e ci siamo trovati, spesso, davanti a questo imponente gigante dolomitico, sempre con gli occhi pieni di stupore e meraviglia (come sarà capitato a molti di voi, in fondo). Da qualsiasi posto si mostrasse, era inconfondibile: quella tipica forma di “sedia” scolpita nella roccia ci faceva restare minuti e minuti in ammirazione con gli occhi sbarrati. 

Che bello il Pelmo!” ci siamo detti più volte. Forse, la nostra montagna preferita. Oggi, lassù, un piccolo ma grande sogno è diventato realtà. 

Questa non sarà una normale relazione, quanto piuttosto il racconto di intense emozioni e di pura gioia vissuta insieme a dei compagni di viaggio straordinari. 

 

Pronti? Iniziamo!

Dal Museo Etnografico di Zoppè di Cadore, iniziamo camminando su strada asfaltata, fino a raggiungere, dopo pochi passi, il primissimo bivio, al quale teniamo la sinistra (CAI 471). 

Sorpassando qualche graziosa casa, giungiamo, subito, ad un ulteriore bivio, nel quale si stacca una breve rampa sulla destra. Imbocchiamo, quindi, la rampa che ci porterà, in breve tempo, nel bosco. 

Già dai primi passi, iniziamo subito a condividere le nostre sensazioni sulla salita al Monte Pelmo insieme a tutto il gruppo composto da: Diego, Luca, Marta e Andrea. 

Euforia e qualche genuina preoccupazione vengono alternate da battute, risate e racconti di vita personale. Il clima che si crea, fin da subito, è estremamente piacevole. 

Dopo pochi minuti di camminata, imbocchiamo il sentiero sulla sinistra con indicazioni per il Rifugio Venezia.

 

La nostra prima tappa sarà proprio il Rifugio Venezia, dove pernotteremo per affrontare la salita il giorno seguente. 

Il sentiero si inoltra nel bosco, con costante pendenza, e a suon di storie e storielle, arriviamo in men che non si dica alla nostra prima meta. 

A pochi passi dal Rifugio Venezia (1947 mt.) rimaniamo visibilmente impressionati dalla vista di quel grande massiccio dolomitico. Ci guardiamo increduli e il pensiero comune è “Sti ca**i!”.

Ma, immediatamente, giunti al Rifugio, decidiamo di tenere a bada l’agitazione con della buona birra e qualche partita a carte, con gli occhi sempre fissi su di lui, il Pelmo. Lo scrutiamo, lo guardiamo, lo ispezioniamo. 

Mentre lentamente scende la notte, ci gustiamo, poi, una calda cena e ci ritiriamo presto a letto, vista la sveglia prima dell’alba. 


Today is the day!

ORE 4.30 del mattino, il suono della sveglia rompe il nostro sonno. Scendiamo a fare colazione e, ORE 5.00, siamo in partenza. 

Dal Rifugio Venezia, con la luce frontale accesa ad illuminare il buio della notte, seguiamo il sentiero CAI 480 che sale a destra tra i mughi. Mentre iniziamo a scaldare gambe e respiro, ci accingiamo a percorrere la traccia su ghiaione che punta alla base della spalla est. 

Arrivati alla base delle rocce, indossiamo l’atrezzatura e proseguiamo su facili roccette fino all’inizio della famosa e tanto attesa Cengia di Ball che attraversa orizzontalmente l’intera parete est (1 km circa). 

Non staremo qui a darvi pareri sulla fantomatica Cengia di Ball, dal momento che ogni percezione è soggettiva e dipende dall’esperienza e dal grado di preparazione di ogni persona. L’unica cosa che possiamo dirvi è che i punti più critici sono ben attrezzati con corde fisse. 

 

Una volta usciti dalla Cengia, la notte si appresta a lasciare il posto al giorno, con una dolce alba che rapisce tutta la nostra attenzione. 

Non lo nascondiamo, tiriamo un sospiro di sollievo e rilassiamo i nostri corpi tesi. 

Ci fermiamo giusto il tempo di ammirare il sole sorgere ed illuminare il paesaggio di fronte ai nostri occhi, per poi proseguire sul grande vallone detritico. 

Dopo una lunga camminata su ghiaie e facili roccette, arriviamo sulla parte sommitale del Monte Pelmo, poco prima della cresta finale. 

La meta è ormai vicina, mentre la stanchezza inizia a farsi sentire. Carichi di entusiasmo, percorriamo la cresta, fino a scorgere da lontano la croce di vetta. 

Increduli, col il cuore a mille, muoviamo gli ultimissimi passi che ci portano finalmente in cima al Monte Pelmo (3168 mt.). 

 

Un’avventura che sembra intrisa di pura magia. Ci guardiamo con un immenso sorriso e con gli occhi colmi di gioia. Quella vetta che abbiamo sempre visto da lontano, ora, la stavamo toccando con le nostre mani. 

Un’avventura che ha avuto il suo perché anche grazie alle persone con la quale l’abbiamo condivisa, senza le quali non sarebbe stato lo stesso. 

Ci godiamo il momento, ci stringiamo forte, ci diciamo “Ce l’abbiamo fatta!”. 

È stato tutto incredibilemente stupendo. 

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