


Da dove si parte?
La nostra avventura inizia all’alba, dal parcheggio situato di fronte al Ristorante Rifugio Ospitale, accanto alla Chiesa di Ospitale (1475 mt.).
Data la lunghezza del percorso, consigliamo vivamente di iniziare l’escursione molto presto.
Ore 5.30 del mattino: siamo pronti a partire!
Oggi con noi c’è anche Federico, un amico conosciuto durante l’escursione al Bivacco L. Vuerich e diventato subito un compagno di avventure.
Noi decidiamo di intraprendere il percorso in un senso di marcia poco consueto. L’escursione viene solitamente percorsa in senso opposto al nostro, partendo da Rio Gere, fino alla forcella Staunies, risalendo il ghiaione del Gran Staunies.
Pronti? Iniziamo!
Scendiamo nel letto del torrente, passando per la ciclabile Cortina-Dobbiaco e seguiamo il sentiero 203.
Attraversiamo un ponticello e iniziamo a salire abbastanza ripidamente sulla strada che ci condurrà fino al primo bivio.
La segnaletica è ben evidente: i numerosi cartelli non lasciano dubbi sul percorso da intraprendere.
Fin dalle prime luci del mattino, il tempo non è dei migliori. Il cielo è coperto dalle nuvole e non lascia spazio al sole. 🌥




Dopo aver percorso la prima iniziale salita, ci troviamo, in circa 40 minuti, ad un bivio, dal quale seguiamo le indicazioni per la Via Ferrata Ivano Dibona.
Svoltiamo, quindi a sinistra, e iniziamo a salire lungo il fitto bosco fino al Col dei Tombe (2040 mt.).





Forza! Proseguiamo!
Risaliamo il canalone detritico che porta fino all’attacco della ferrata.
Indossiamo il kit da ferrata e proseguiamo il nostro percorso lungo i resti delle postazioni belliche del Zurlon, fino alla Forcella Bassa (2410 mt.).
Da qui, proseguiamo il nostro percorso fino a raggiungere la Forcella Alta e iniziamo a percorrere le cenge della parete sud del Vecio del Forame.




Curiosità!
La via Ivano Dibona è una grande testimonianza dei combattimenti bellici della Prima Guerra Mondiale.
La via offre, infatti, un’incredibile scenario sulle trincee e avamposti costruiti e utilizzati dalle truppe italiane durante la Guerra.
Il percorso fu esplorato negli anni ’60 dai fratelli Freddy e Ivano Dibona e aperto al turismo nel 1970.
La via ferrata è stata dedicata ad Ivano Dibona, che perse la vita sul Cristallo nel 1968.
Andiamo! C'è ancora parecchia strada!
Proseguiamo tra vari sali e scendi, fino al Bivacco Ricovero Buffa del Perrero, un magnifico resto di un bivacco incastonato nella montagna e, da qui, fino alla Forcella Padeon (2767 mt.).
Arrivati a questo punto, procediamo attraversando brevi ponti e scalette di legno, fino alla Cresta bianca.










Arriviamo, così, alla Forcella Grande (2870 mt.), dove seguiamo le indicazioni per il Rifugio Guido Lorenzi.
Da qui, iniziamo a salire lungo il sentiero attrezzato, fino a raggiungere il bivio per il Cristallino d’Ampezzo.
Al bivio, svoltiamo a destra e, in brevissimo tempo, raggiungiamo la sommità del Cristallino d’Ampezzo (3008 mt.).
Una tappa consigliatissima per godere di una vista mozzafiato!


Ci siamo quasi!
Scendiamo dal Cristallino d’Ampezzo e proseguiamo lungo il sentiero attrezzato fino alla Forcella Staunies (2920 mt.) e al Rifugio Lorenzi.
L’ultimo tratto di sentiero è decisamente il più caratteristico! Si scende lungo le due scale che portano al magnifico ponte sospeso lungo 30 mt., emblema di questo percorso.
Questo ponte è il ponte sospeso più lungo delle vie ferrate nelle Dolomiti! 🤩

Percorriamo gli ultimi passi che ci porteranno fino al Rifugio Lorenzi, attraversando un piccolo ponticello di legno e una breve galleria.
Scendiamo lungo le scale di ferro dalle quali si apre la vista sulla nostra meta finale.
Ed eccoci finalmente arrivati!



E ora, si scende!
Dal Rifugio Lorenzi, scendiamo lungo il canalone sottostante che ripercorre la traccia della storica cabinovia.
Arriviamo, quindi, al Rifugio Son Forca, dal quale camminiamo in discesa lungo la Val Padeon su strada forestale.
Proseguiamo fino ad incrociare il primo bivio incontrato la mattina in salita, con indicazione “Ferrata Ivano Dibona”.
A questo punto, non ci resta che seguire a ritroso il sentiero dell’andata fino al parcheggio del Ristorante Rifugio Ospitale.


